Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

25 novembre 2019 Giornata mondiale contro la violenza sulle donne E’ la ricorrenza istituita, il 17 dicembre 1999, dall’Assemblea delle Nazioni Unit

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25 novembre 2019
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
E’ la ricorrenza istituita, il 17 dicembre 1999, dall’Assemblea delle Nazioni Unite tramite la risoluzione num. 54/134. La data è stata scelta come giorno della ricorrenza in cui celebrare attività a sostegno delle donne, sempre più vittime di violenze, molestie, fenomeni di stalking e aggressioni tra le mura domestiche e non solo. Il 25 novembre non è una data casuale, quel giorno infatti correva l’anno 1960, furono uccise le sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.
E’ triste dover ancora oggi constatare, come l’uomo non riesca a fare a meno della violenza per imporre il suo “immaginario” predominio sulle donne. Sessismo, razzismo, discriminazione di genere, interpretazioni paradossali della religione, falsi sentimenti e quant’altro contribuiscono purtroppo a rendere l’uomo una “bestia”. La gente spesso parla di crudeltà “bestiale” dell’uomo, ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie: un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo.. la crudeltà infatti, come tutti i vizi, non richiede altro motivo che se stessa: ha bisogno soltanto di un’occasione e tra tutti gli animali l’uomo è il più crudele. E’ l’unico ad infliggere dolore solo per il piacere di farlo e per il suo “malato senso di predominio”.
Anche in questi giorni di tragedie climatiche, assistiamo, purtroppo inermi, ad altri atti di violenza sulle donne ..“femminicidio”, triste nome che si è dato alla strage ormai quotidiana di donne, colpevoli solo di essere tali. Ma la violenza non è solo un atto barbaro.. essa si annida anche nelle frustrazioni di una precarietà infinita; nel divario salariale; nell’imposizione del lavoro domenicale o della gestione del part time alle donne, in tante aziende piccole e grandi; nel sovraccarico di lavoro domestico. Si fa fatica a far passare il concetto, che il lavoro rimane la prima forma di emancipazione per le donne. Mancano sgravi fiscali specifici per favorire le assunzioni di lavoratrici; lavoratrici che soprattutto nel Sud non trovano la giusta collocazione e vengono continuamente sfruttate. Non si fa abbastanza per il sostegno alla maternità ed al lavoro di cura, scarseggiano i centri di ascolto, gli asili nido e non si favorisce il telelavoro. Dovrebbe far parte dei processi educativi e della cultura civica di un paese avanzato e moderno, come l’Italia crede di essere, spiegare che il rispetto reciproco tra uomini e donne è il fondamento di una comunità. Questo è uno dei compiti che, prima di tutti, ogni singola famiglia e poi la scuola italiana devono assumere come priorità, coinvolgendo in questa azione pedagogica le espressioni migliori della società per cambiare l’uomo. Ciascuno deve fare la sua parte. Noi della SLC-CGIL vogliamo contribuire.
Messina 25 novembre 2019

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